La bellissima marina di Torre Pali è situata nel territorio di Salve (Lecce) sul versante Jonico del Salento.
Dista circa 14 Km. da Santa Maria di Leuca e circa 37 Km. da Gallipoli.
E’ una delle località turistiche del Comune di Salve che dal 2004 al 2007 e nel 2010 hanno ottenuto nel complesso il prestigioso riconoscimento delle “4 VELE” di Legambiente e la “Bandiera Blu” della FEE a partire dal 2009 (clicca qui o sulla bandiera per visionare il Programma Bandiera Blu)
La torre costiera costruita intorno alla metà del 1500 è il simbolo di questo antico borgo di pescatori che nel tempo è divenuto una ridente ed accogliente località turistica. .
A Torre Pali è possibile usufruire di spiagge libere e/o attrezzate.
Isola della Fanciulla
A circa cento metri dalla spiaggia di Torre Pali si trova uno scoglio isolato, chiamato isola della Fanciulla. Il nome è dovuto ad una delle più tristi leggende locali.
Si racconta che durante una delle tante incursioni piratesche (forse intorno al 1547) il pirata Dragut, noto per la sua ferocia, sbarcò sulla riva di S. Antonio (“S. Antonio” era il nome della marina di Torre Pali. Questo perché ultimata la Torre (1563) a difesa delle scorrerie piratesche, fu costruita poi una cappella dedicata a Sant’Antonio per i pochi soldati spagnoli presenti nel presidio) dirigendosi verso l’entroterra per depredare i paesi.
Giunto in prossimità di Salve, trovò la popolazione, già allertata e pronta a resistere, asserragliata in un fortilizio che aveva già dato prova della propria resistenza. I pirati furono costretti a lasciar perdere e a dirigersi verso paesi limitrofi, che furono saccheggiati.
Sulla strada del ritorno, tuttavia, sorpresero una famiglia di coloni di una masseria. I pirati turchi fecero razzia nella masseria, picchiarono il padre e la madre della famiglia, rapirono la figlia.
Arrivata nell’ansa di Sant’Antonio, trascinarono la giovane verso la scialuppa, ancorata presso l’isolotto. La ragazza, vedendo al largo le galere turche che si apprestavano a spiegare le vele, cominciò a urlare disperandosi solo al pensiero di vedersi schiava per tutta la vita in una terra lontana. Riuscì persino a sfuggire ai rapitori, ma non per molto. Ripresa dai pirati, la giovane fu stuprata e picchiata.
Una volta portata sulla nave, lo stesso Dracut volle parlarle, incuriosito dalla tenacia della ragazza. Il pirata le disse di rinnegare la fede cristiana, altrimenti sarebbe morta atrocemente; la giovane resistette. Dracut, accecato dall’ira, comandò che la giovane fosse passata a fil di spada e il suo corpo lasciato in quell’isola, per essere divorato dagli uccelli e dai granchi.
Secondo la leggenda, il Signore ebbe misericordia dei resti mortali della giovane e, dopo aver fatto levare un forte vento, coprì con sabbia e rocce il corpo. Dopo sette giorni, il corpo fu ritrovato dai pescatori con gli occhi rivolti al cielo e con il sorriso sul volto.
Si racconta che, nella nebbia dell’alba, durante le giornate di bonaccia, si può intravedere una minuta figura di giovinetta che vaga inquieta per la riva.